Intercultural communication in transnational work

Esempio: Nel corso di una discussione su un nuovo progetto, si immagini che un volontario con un background anglosassone dica “Non ne sono sicuro, ma suggerisco XYZ”: come si dovrebbe intendere questa affermazione?

Si dovrebbe ritenere che a) l’interlocutore è titubante rispetto a quanto sta affermando? Oppure andrebbe intesa come b) un disaccordo con quanto detto in precedenza?

In funzione del proprio background culturale e delle strategie comunicative ritenute convenzionali, si potrebbe ritenere l’interpretazione corretta della frase è b).

La situazione illustrata rappresenta un esempio di comunicazione interculturale. Come nel caso della cultura, anche in relazione al termine comunicazione interculturale vi sono diverse definizioni che dipendono dalla linea di ricerca degli studiosi. In un senso molto ampio, il termine comunicazione interculturale indica “tutti i tipi di comunicazione tra individui di culture diverse” (Thomas, 2005, p. 113).

Nell’ambito della comunicazione interculturale, molto spesso le difficoltà vengono sottovalutate, soprattutto nel caso in cui entrambi i partner parlino una lingua comune, che tuttavia può non essere la lingua madre di almeno uno dei due partner. La capacità di parlare la stessa lingua può essere utile, ma allo stesso tempo in alcuni casi può essere fuorviante. Sebbene certamente la comunicazione interculturale sia comparabile alla comunicazione all’interno di un gruppo culturalmente omogeneo, quando si passa a considerare determinati elementi universali della comunicazione, quali ad esempio il contesto, il registro, la scelta di mezzi verbali o non verbali di comunicazione, il rapporto tra interlocutori e così via, si deve osservare la presenza di un elemento che differenzia sostanzialmente la comunicazione interculturale da quella intraculturale: L’influsso di caratteristiche culturospecifiche e proprie di un Paese sulla comunicazione

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